Topolino è sempre stato il simbolo di una personalità retta, che ispira fiducia e sicurezza. Ma cosa accadrebbe se ogni sua certezza vacillasse? Marco Nucci, entrato a far parte della famiglia di Topolino Magazine dal 2019, fa diventare queste ipotesi realtà su carta, creando una nuova nemesi per il nostro Mickey: Mr. Vertigo. Si tratta di una figura misteriosa e senza volto che ha fatto la sua prima apparizione nella storia a puntate Le notizie di Mr. Vertigo (Topolino n. 3375, 3376) e che sta tornando a infestare le pagine del magazine in questi giorni con Topolino e l’incubo di Mr. Vertigo, dove i protagonisti cercheranno di smascherare una volta per tutte lo spaventoso personaggio.
In occasione della passata edizione 2020 di Lucca Comics (denominata Lucca Changes), abbiamo avuto la possibilità di parlare con l’autore Marco Nucci di queste e altre storie da brivido, scoprendo particolari molto interessanti. Ecco cosa ci ha raccontato.
Le fake news sono le armi che usa il malvagio e misterioso Mr. Vertigo, ma sono anche criticità importanti nel nostro mondo. Com’è nata la decisione di portare questa tematica sulle pagine di Topolino?
Marco Nucci: “La creazione del personaggio di Mr. Vertigo è avvenuta nel 2019. Trovo per certi versi molto inquietante che in questa annata la contagiosità della paura tramite l’informazione sia alla ribalta: il nostro stato d’animo è determinato quotidianamente dalle notizie a cui crediamo. Ho voluto dare a Mr. Vertigo un accento che fosse in qualche modo inquietante. Il linguaggio fumettistico di Topolino non è nuovo a questo elemento, basti pensare ai fumetti degli anni ’30 di Gottfredson: il passo in avanti è aggiornare questo linguaggio al nostro tempo, trattando temi come le fake news e mantenendo però l’impianto d’inquietudine. In tutte le storie di Mr. Vertigo si respira un’atmosfera quasi orrorifica, di minaccia, perché è un nemico di cui non si sa nulla se non gli effetti delle sue macchinazioni sulla realtà. Nei primi due episodi vediamo come lui metta in atto delle vere e proprie epidemie, quella delle fake news e quella degli incubi. Riguardo la prima in particolare mi sono posto molte domande: non è tutto un po’ troppo spiegato? Ma mi sono risposto di no; d’altronde, basta guardarsi attorno. Nel secondo episodio, la cui uscita era prevista per Halloween, ho inserito una grossa impronta horror, influenzato anche dal mio lavoro su Dylan Dog. Le storie di Mr. Vertigo saranno quindi sempre legate ad atmosfere di inquietudine inserite in un contesto di racconto giallo, rimanendo chiaramente nei parametri richiesti dalla testata”.
Gli incubi trasformati in realtà sono elemento base dell’horror. Ritroviamo questo genere anche nella tua collaborazione con Fabio Celoni, che non a caso aveva realizzato in precedenza la Trilogia Gotica…
Marco Nucci: “La storia che ho creato con Celoni, ovvero Pippo e la cornamusa spettrale, è tra le prime che ho scritto per Topolino. Gli ho consegnato la sceneggiatura a Lucca Comics dello scorso anno e sono contentissimo di aver collaborato con lui, perché per me è sempre stato un punto di riferimento fin da quando ero bambino. Questa mia piccola storia, di impronta classica e di cui vado molto fiero, è stata graziata da dei disegni meravigliosi e non posso che esserne felice. Solitamente si pensa che l’impianto lavorativo di Topolino sia formato da disegnatore e sceneggiatore che lavorano quasi separatamente, ma per fortuna ultimamente non è così e lavorare con Fabio Celoni mi ha permesso un bello scambio. Mi piacerebbe creare una storia con protagonista zio Olaf, magari proprio con Celoni. Inoltre, adesso ha realizzato una cover variant per la nuova storia di Mr. Vertigo e lo ringrazio moltissimo per questo capolavoro… fa quasi sembrare bravo chi ha creato il personaggio!”
Nelle storie di Mr. Vertigo ci sono riferimenti a Hitchcock ma anche a Welles. Ci parli delle tue ispirazioni cinematografiche?
Marco Nucci: “Hitchcock è citato in modo evidente già nel nome del cattivo, oltre che nella scena dell’incubo in cui Topolino viene risucchiato dal vortice. Vedremo in futuro anche un personaggio nominato Scottie Ferguson, che nel film di Hitchcock è il poliziotto protagonista. Ma ancor più di Hitchcock le ispirazioni e gli omaggi della saga di Vertigo sono presi da Orson Welles. Mi premeva inserirlo perché sono un suo grande ammiratore, ma soprattutto per la tematica del vero e del falso che contraddistingue le sue opere, prima fra tutte F come Falso. Le citazioni, comunque, si sprecano: basti pensare al mago Arkadin che ho realizzato ispirandomi alle fattezze di Orson Welles stesso. Anche il suo nome deriva da un’opera di Welles ovvero Rapporto confidenziale, in cui lo stesso Welles veste i panni di Arkadin. Si sentirà anche molto l’influenza di Fritz Lang per il suo espressionismo, ma questo lo scopriremo solo più avanti. Per quel che riguarda il taglio, posso dire che ho la tendenza a mettere in scena le storie in maniera cinematografica. Ad esempio, mi piace quando il personaggio, venendo chiamato da fuori campo, dà la possibilità di creare un controcampo. Mi piaceva l’idea di mantenere un linguaggio fumettistico classico stile anni ’30, alla Gottfredson appunto, ma contaminarlo con tagli e inquadrature d’ispirazione cinematografica. È stato un po’ difficile perché Gottfredson va a strisce di quattro vignette, mentre io faccio un po’ di follie, ma si è creato un equilibrio alla fine.”
Sei nella squadra di Topolino da circa un anno e mezzo: com’è il bilancio di questa nuova esperienza?
Marco Nucci: “Scrivere per Topolino è sicuramente meraviglioso, ma è anche molto difficile. Sintetizzare una storia di Topolino non è facile: bisogna andare al punto della questione ma senza sacrificare la complessità. Oltretutto non si può dimenticare l’ironia, anche in una storia a temi cupi, altrimenti non si avrebbe lo spirito caratteristico del settimanale. Io tendo a essere molto severo con me stesso: scrivo, riscrivo e getto via molte cose prima di arrivare a creare una storia che vorrei leggere io per primo. Solo quando l’idea mi sorprende passo a scriverne la sceneggiatura: deve prima esserci quel momento in cui esclamo “Cavolo, non me l’aspettavo!”. In ogni caso è importante sempre ricordare che in primis coloro che devo accontentare e sorprendere sono i ragazzi”.
Foto: Topolino Magazine