Nell’attesa di poter vedere il prossimo classico Disney, Oceania, in uscita nel nostro paese soltanto a Natale, abbiamo avuto occasione di incontrare i registi e la produttrice, arrivati a Roma durante il tour di promozione del film.
Ron Clements e John Musker sono vere e proprie leggende Disney che hanno realizzato insieme alcuni tra i film più amati del Rinascimento degli anni ’90. Tra le loro opere: Basil l’investigatopo, La Sirenetta, Aladdin, Hercules, Il Pianeta del Tesoro e più recentemente La Principessa e il Ranocchio.
La produttrice Osnat Shurer viene invece dalla Pixar, dove ha contribuito ad alcuni cortometraggi animati come One man band e Stu – Anche un alieno può sbagliare.
Ecco cosa ci hanno raccontato sul film Oceania.
Vi siete ispirati ad alcuni miti in particolare per realizzare questo film così complesso?
John Musker: La nostra è una storia completamente originale, che ho immaginato io 5 anni fa. Tuttavia mi sono ispirato ad alcune leggende o miti polinesiani e in particolare a quelli che riguardavano il semidio Maui, un eroe davvero unico, che ho trovato da subito perfetto per diventare il protagonista di un film animato. Abbiamo poi proposto a John Lasseter questa idea e lui ci ha chiesto di fare più ricerche. Per questo abbiamo viaggiato insieme alla nostra crew nelle isole del Pacifico.
Ron Clements: All’inizio era Maui il protagonista della nostra storia, ma quando siamo tornati a casa dai viaggi in Polinesia eravamo così colpiti dal legame che questi popoli hanno con le loro tradizioni che abbiamo pensato di creare una protagonista che rappresentasse proprio questo. Così è nata Vaiana, mentre Maui è diventato il suo mentore e compagno di avventure.
Oceania è il vostro primo film in animazione computerizzata. È stato difficile per voi il passaggio da animazione tradizionale a CGI?
Ron Clements: È stato decisamente complicato. Avevamo utilizzato la CGI in passato qua e là nei nostri film, per esempio ne Il pianeta del tesoro, ma mai fino a questo punto. Per noi è stato come ripartire da zero, in un certo senso siamo tornati a scuola. La produzione di un film al computer è completamente diversa, ci sono molti più passaggi e ha i suoi pro e i suoi contro come tutte le cose. Per esempio, quando si lavora con carta e matita ti basta tracciare una linea sul foglio e il personaggio viene creato abbastanza in fretta, mentre col computer devi costruire tutto da zero, sia personaggi che ambienti. D’altra parte, però, una volta che sono stati costruiti è molto più facile muoverli e si procede più rapidamente.
John Musker: Una delle difficoltà più grandi è stata animare il mare. Volevamo che fosse sia un elemento naturale che un personaggio che potesse interagire con Vaiana e Maui, come se fosse vivo. Questo ha richiesto lo sforzo congiunto di due reparti, quello degli effetti speciali e quello della character animation. La prima scena che abbiamo realizzato è stata quella con Vaiana bambina che scopre per la prima volta l’acqua. L’abbiamo basata sugli storyboard di Chris Williams, che ha definito con carta e matita i movimenti e la personalità delle onde e del mare mentre interagivano con la bambina. Da lì gli animatori hanno ricreato quelle pose al computer.
Osnat Shurer: Del resto l’acqua è una delle cose più difficili da realizzare in computer grafica. Infatti la prima cosa che ci hanno detto i nostri animatori cinque anni fa è stata: “noi non siamo in grado!”. Subito dopo però hanno trovato il modo, essendo tutti grandi talenti. E il film ha anche molte scene in animazione tradizionale create dal leggendario Eric Goldberg. Un mix davvero unico.
Nel film Vaiana ripete spesso di non essere una principessa, ma un’eroina. Come mai questa scelta?
John Musker: Volevamo una protagonista assoluta, che potesse essere l’unica eroina della sua storia. Questo si deve intuire anche dal suo design, infatti l’abbiamo disegnata molto tonica e agile perché volevamo che fosse in grado fisicamente di sostenere le scene d’azione da sola, nonostante la presenza di Maui. Speriamo che Vaiana diventi un modello per tutti gli spettatori, per le ragazze sicuramente, ma anche per i ragazzi. Vaiana insegna ad ascoltare la voce che è dentro di noi, un tema che la Disney tratta fin dai suoi primi film, e a spingersi oltre i propri limiti. Ci tenevamo poi che oltre ad essere forte e coraggiosa, la nostra eroina fosse anche compassionevole e attenta ai bisogni degli altri: lei viaggia e affronta molte avventure non tanto per sé stessa, ma per il suo popolo.
Ron Clements: A volte ci perdevamo per strada, ma fortunatamente Osnat e le altre artiste coinvolte nella produzione si sono assicurate ogni volta di riportarci sui binari giusti per rendere Vaiana più forte e coraggiosa possibile.
Osnat Shurer: Ricordiamo anche che il film è ambientato 2000 anni fa, ma che i personaggi pensano e parlano come giovani di oggi. Quindi Vaiana vive nel passato ma è un personaggio moderno.
Avete già in mente un sequel per Oceania? E in futuro ci saranno altri film Disney con protagoniste femminili simili a Vaiana?
Ron Clements: Abbiamo finito il film solo tre settimane fa, quindi ora ci prenderemo una pausa. Non abbiamo pensato a un eventuale sequel. Ma comunque ci sono molti altri film Disney in lavorazione che vi terranno compagnia nei prossimi anni. Alcuni sono simili a Oceania, altri sono più tradizionali con principesse e storie d’amore.
Osnat Shurer: Non ci viene mai imposto dalla company di realizzare un seguito. La storia deve venire dal cuore ed è il regista a doverla proporre: se troviamo un’idea all’altezza del primo lo realizziamo, altrimenti si passa ad altre storie originali. Spero però che anche i prossimi film che realizzerà lo studio continuino a rappresentare in modo paritario i personaggi maschili e quelli femminili come abbiamo fatto con Oceania.