Scritto da Madeleine L’Engle tra il 1959 ed il 1960 e pubblicato nel 1963, Nelle pieghe del tempo (A Wrinkle in Time) è un romanzo fantasy per ragazzi che dopo essere stato respinto da ben 26 editori, vinse vari premi e conquistò generazioni di lettori.
Dopo l’adattamento televisivo del 2003 ad opera della Disney con il titolo Viaggio nel mondo che non c’è, la stessa Casa di Topolino ha ripreso il romanzo per dare vita ad un adattamento cinematografico diretto da Ava DuVernay (Selma – La strada per la libertà) con protagonisti Chris Pine, Reese Witherspoon, Gugu Mbatha-Raw, Michael Peña (Ant-Man), Zach Galifianakis, Bellamy Young, Mindy Kaling, Levi Miller, Oprah Winfrey, André Holland, Daniel MacPherson, Storm Reed, Will McCormack.
Meg Murry è la figlia di due fisici di fama mondiale, e come tutte le ragazze della sua età non si sente all’altezza e fatica ad integrarsi e a fare amicizia. La sua vita verrà stravolta dalla scomparsa del padre e dall’arrivo di tre eccentriche e peculiari donne, le signore Whatsit, Who e Which, le quali la spediranno insieme al fratello minore Charles Wallace e all’amico Calvin nello spazio alla ricerca del signor Murry.
Catapultati in mondi incredibili e ben oltre la loro immaginazione, i tre ragazzi grazie ad un congegno magico riescono a spostarsi tra le pieghe del tempo e dello spazio. Un viaggio che li vedrà fronteggiare un nemico potente sconosciuto. Per poter portare a termine la missione, Meg dovrà guardare dentro sé stessa ed imparare ad accettarsi, trovando così la forza per sconfiggere l’oscurità che avvolge lei ed i suoi amici. Riusciranno i tre ragazzi nell’impresa?
Un teen movie che usa la fantascienza per raccontare il coming of age di una ragazza brillante ma insicura e piena di paura e rabbia. Non c’è modo migliore di descrivere l’ultimo film Disney. Meg è la classica ragazza che ha un potenziale enorme ma che reprime perché non riesce ad accettarsi per quel che è, che viene bullizzata dalle sue compagne di classe perché in qualche modo diversa. Una ragazza incapace di affrontare i suoi sentimenti e quel che le è successo.
Da questo punto di vista Nelle pieghe del tempo è un film Disney al 100%, è il classico viaggio dell’eroe in cui la protagonista dopo l’iniziale rifiuto inizierà un cammino che la porterà a (ri)trovare ciò che cerca e che le manca da troppo tempo. Una pellicola che sottolinea ancora una volta come i difetti siano non solo parte di noi ma anche la nostra parte migliore perché in fondo sono il motivo per cui il prossimo ci vuole bene.
Nelle Pieghe del Tempo è una storia che parla di adolescenti per gli adolescenti, con l’intento di trasmettere loro messaggi mai banali che è sempre bene ripetere e che per farlo usa la fantasia e il fantastico come base d’appoggio. Un film che oltre a sottolineare l’importanza dell’accettazione di sé e della comprensione del prossimo, evidenzia come sia importante usare bene il talento che si ha e che l’amore c’è sempre, anche quando sembra non esserci. Perché come ogni cosa intangibile non sparisce, semplicemente si nasconde.
Se dal punto di vista contenutistico Nelle pieghe del tempo riesce nel suo intento, è nella forma che non convince per niente. Difetto principale è senza dubbio la sceneggiatura scritta da Jennifer Lee (Ralph Spaccatutto, Frozen, Zootropolis) che risulta fin troppo frettolosa e con non pochi buchi di trama. Molti infatti sono i momenti in cui lasciamo in personaggi in una situazione e poco dopo li ritroviamo in un’altra senza un minimo di spiegazione logica.
Purtroppo più che ad un prodotto per il cinema siamo di fronte ad un film televisivo che unisce il viaggio di formazione e l’apprendimento, cercando di far comprendere la fisica allo spettatore con momenti in cui la protagonista userà le sue conoscenze per uscire fuori dai guai. Con tanto di immancabile spiegazione di come abbia usato il suo sapere.
Come se non bastasse l’avventura nella quali veniamo trasportati è tutt’altro che avvincente o interessante. La pellicola si limita a farci vedere un paio di pianeti dai colori sgargianti e qualche personaggio stravagante, disilludendo così le promesse di un’incredibile viaggio per l’universo ed un’epica battaglia con il villan di turno, che risulta solo una scialba copia de Il Nulla di La Storia Infinita.
Nelle pieghe del tempo risulta così essere il classico studente brillante ma che non si applica. Uno di quei film da vedere la domenica pomeriggio quando piove. Il motivo è da ricercare anche nella scarsa caratterizzazione dei personaggi, trattati tutti in modo molto superficiale. In particolare il cattivo risulta senza arte né parte, messo lì solo per dare un minimo di scopo alla protagonista.
Deludenti anche gli effetti speciali, al limite della sufficienza. Troppo spesso durante il film si nota l’uso della CGI, che risulta datata e posticcia. Così come la regia di Ava DuVernay che si limita ai troppi primi piani, come se non conoscesse altri modi di riprendere la scena.