Recensione a cura di Gabriele Casamento.
Gli episodi precedenti: primo – secondo – terzo
Con Topolino 3131 siamo finalmente giunti all’episodio finale de Il Raggio Nero. La narrazione riprende da dove si era interrotta, con Paperinik che recupera l’altro gargoyle, Raksaka, per poi tornare alla torre e cercare di trovare un modo per tornare a casa. Da quel momento l’azione diventa il centro di tutto per buona parte dell’episodio: PK e i due guardiani della Ducklair Tower combattono contro Moldrock e i suoi guerrieri, mentre l’intelligenza artificiale Omega si affretta, sfruttando le batterie tachioniche recuperate, a predisporre tutto il necessario per lasciare la pentadimensione.
I combattimenti, tra i commenti arguti dell’eroe, i magnifici disegni di Pastrovicchio e i colori di Monteduro, sono avvincenti e coinvolgono come sempre. Lorenzo, in particolar modo, sembra abbia voluto far leva sui Pkers nostalgici: è impossibile non ripensare a Trauma vedendo il nostro Eroe usare un esoscheletro. Ancora una volta assistiamo alla profonda differenza tra Omega e il vecchio mantello tarlato, con il primo inflessibile oltre ogni misura e il secondo che si fa sempre guidare dal cuore, dal suo profondo eroismo, anche nei momenti peggiori. Tuttavia forse la scena più bella di tutte è quella in cui, una volta tornati a Paperopoli, Paperino torna di corsa a casa dai suoi nipoti e, nel rivederli, si commuove. La vignetta è un’altra perla regalataci dal grande Pastrovicchio, il quale dimostra di saper trasmettere sia epicità sia emozioni profonde. Mi viene in mente, a tal proposito, la vignetta finale di Trauma: da brividi.
Nelle ultime pagine, infine, assistiamo a due colpi di scena: il primo ci fa capire come la storia non sia effettivamente finita qui; il secondo, invece, segna l’ingresso della “Fondazione Ducklair” la quale si occuperà di edificare nuovamente la torre (sebbene in realtà sia stata solo celata da Omega per non spaventare i paperopolesi). Questo secondo evento è molto importante in quanto segna una evoluzione del personaggio di Omega, e non solo fisica. Sebbene anche in questo caso mi sia ritrovato a storcere il naso ripensando al PKNA N°48 Le parti e il tutto, assistiamo a un cambiamento profondo della nuova intelligenza artificiale, la cui causa risulta essere la volontà di aiutare gli altri, abbandonando quindi la rigidità e l’egoismo che l’avevano caratterizzato fino a questo momento.
“Il Raggio Nero” si conferma, in definitiva, una buona storia, con un villain ben caratterizzato e un PK sempre all’altezza della situazione. Ciò nonostante le varie forzature e le domande lasciate senza risposta impediscono di apprezzarla appieno, ponendola un gradino al di sotto delle due che l’hanno preceduta. L’epilogo, infatti, lascia tutto in sospeso rimandando le spiegazioni alla prossima volta. Anzi, si ha l’impressione che tutta la saga altro non sia che la premessa per la storia prevista per il ventennale di PK, evento previsto per i primi mesi del 2016. Probabilmente quando leggeremo la prossima avventura di Paperinik tutto risulterà più chiaro e, io per primo, rivaluteremo questa appena conclusasi. Inevitabilmente, inoltre, rimane un po’ di amaro in bocca anche per il mancato ritorno di quel personaggio che per tutti e quattro gli episodi abbiamo atteso invano: Uno. Sembra sia volontà del team Artibani farci struggere nell’attesa del suo ritorno.
In conclusione, se l’intenzione era quella di farci contare i giorni in attesa del ventennale, allora l’obiettivo è stato raggiunto pienamente. Per tutti i pkers, dunque, l’appuntamento è rimandato alla primavera del 2016.
Nei prossimi giorni pubblicheremo un ulteriore approfondimento sulla storia completa a cura di Simone Tribuzio. Continuate a seguirci!