Leo Borlock ha sempre desiderato una sola cosa: confondersi nella massa, essere uguale a tutti i suoi compagni di scuola. Almeno fino a quando il suo mondo non viene sconvolto dall’arrivo di una misteriosa ragazza che si fa chiamare Stargirl e non assomiglia a nessun’altra: veste stravagante, canta serenate agli sconosciuti con il suo ukulele, lascia in giro delle monete affinché qualcuno le trovi e porta sempre con sé il suo topo domestico, Cannella. Nonostante i suoi propositi, Leo si ritrova irrimediabilmente attratto da Stargirl e tra i due inizia un tenero amore che porterà una ventata di aria fresca in una comunità apatica e convenzionale.
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Tratto dal bestseller per ragazzi di Jerry Spinelli, pubblicato in Italia da Mondadori, Stargirl è uno dei contenuti esclusivi che gli spettatori di Disney+ hanno potuto scoprire fin dal primo giorno sulla piattaforma italiana. Sarà proprio questa, d’ora in poi, l’isola felice verso cui Disney indirizzerà tutti i suoi film live action originali. Per coloro che vorrebbero vedere storie nuove accanto ai remake dei classici si tratta sicuramente di una buona notizia, seppur allo stesso tempo di una magra consolazione: gli originali spariranno definitivamente dal cinema?
In ogni caso, Stargirl è un buon inizio per la nuova produzione a basso costo di Disney Pictures; la pellicola è dedicata agli adolescenti ma risulta piacevole per tutte le età, complice una storia d’amore molto dolce messa in scena da due giovani attori (Grace VanderWaal e Graham Verchere) piuttosto credibili e con una buona chimica. Le scene più intime tra di loro, ambientate (quasi in un ossimoro) nella vastità del deserto dell’Arizona, sono senza dubbio le più riuscite. Anche se le canzoni non sono sempre memorabili, la colonna sonora regala il giusto mood alla pellicola, creando un’atmosfera nostalgica e indie che riflette il carattere della protagonista.
Ciò su cui il film di Julia Hart inciampa è invece qualche passaggio nello script, e i lettori se ne accorgeranno subito. Il romanzo di Jerry Spinelli, infatti, calca molto la mano sul bullismo subito da Stargirl, personaggio decisamente più stravagante della sua controparte televisiva: i compagni la giudicano troppo strana, finta, addirittura la reginetta della scuola Hillari arriva a schiaffeggiarla in pubblico. La versione Disney invece decide di non trattare la tematica, deviando su una morale sicuramente più attuale ma anche più retorica: l’importanza di prendersi il tempo per gioire delle piccole cose nell’era dei social. Tale scelta si potrebbe definire anche necessaria (dopotutto Stargirl è stato pubblicato quando ancora non esistevano nemmeno gli smartphone), ma finisce purtroppo per indebolire l’arco della protagonista: ciò che dice o fa non è mai sufficientemente bizzarro da giustificare il voltafaccia dei compagni, né si comprendono benissimo le motivazioni dei loro scontri, o del litigio tra lei e Leo (giustificato nel libro dal fatto che il ragazzo ceda alla pressione della massa, vergognandosi della sua stessa fidanzata).
Nonostante queste piccolezze la visione è comunque piacevole, e il titolo a ben guardare è un ottimo biglietto da visita per la piattaforma Disney: proprio come le principesse ed eroine della Casa del Topo, Stargirl è una ragazza un po’ magica, destinata a cambiare la vita di tutti coloro che incontra.