Con la nuova serie di High School Musical in corso su Disney Plus, la Disney non poteva farsi sfuggire l’occasione di richiamare alcuni dei membri del cast originale per un cameo. Per la prima stagione è toccato a Lucas Grabeel, che è tornato a vestire i panni di Ryan Evans, il fratello dell’antagonista principale Sharpay, in una sequenza musicale insieme a Miss Jenn, la nuova insegnante di teatro nella serie di Disney Plus.
Con l’occasione, Lucas Grabeel ha avuto modo di riflettere sul personaggio di Ryan e sulle differenze tra la saga originale e la serie in onda adesso, citando in particolare la maggior apertura dei prodotti per ragazzi odierni alla rappresentazione di personaggi LGBT. Nonostante non sia mai stato confermato nei film, molti spettatori hanno visto Ryan come un personaggio omosessuale, ma era davvero così?
“Mi chiedono sempre se Ryan fosse davvero gay oppure no“, ha raccontato Lucas Grabeel a TvLine. “Ho visto molte produzioni scolastiche oppure di piccoli teatri, e sembrano sempre rappresentare Ryan in maniera esagerata. È un modo di vederla, ma non è esattamente come io l’ho interpretato. All’epoca ne ho discusso molto con il regista Kenny Ortega, che mi ha raccontato la sua esperienza al liceo. Ancora non aveva fatto coming out, non andava certo in giro a far mostra di sé, ma aveva quest’energia dentro. È un periodo importante nella vita di una persona, in cui si scoprono molte cose. Per fortuna oggi gli altri sono più accoglienti e più disposti ad accettare le differenze”.
“Ryan amava il teatro, la danza, i colori sgargianti e i cappelli”, ha continuato Grabeel a proposito dell’orientamento del personaggio. “Ma gli piacevano anche Kelsey e Zeke. Non aveva bisogno di dare un nome alla cosa perché non si sentiva ancora pronto. Stava ancora scoprendo chi fosse davvero e quale fosse il suo posto nel mondo. Io non volevo che fosse un messaggio chiaro ed evidente, anzi ho voluto renderlo un po’ elusivo. Volevo che ci fossero delle sfumature, piccole cose di cui ti accorgi soltanto alla seconda o terza visione. Volevo che gli spettatori dicessero: “Quel personaggio è più complesso di quello che pensavo”, invece di “Ah, è vestito di rosa quindi è gay”. Non è questo che volevamo dire. Ma ci siamo divertiti a seminare degli indizi nella storia”.