Quentin Tarantino è tornato.
Distribuito dalla 01 Distribution, Rai Cinema e Sergio Leone Group, The Hateful Eight approderà in Italia il prossimo 4 Febbraio in più di 600 sale.
L’abbiamo recensito per voi in anteprima.
Con evidenti riferimenti a Le Iene, l’ottavo film del regista statunitense, spaziando fra più generi cinematografici, dal Western al Thriller, dal Giallo persino all’Horror, ci fa tornare alle origini della sua carriera trasudando la voglia di fare cinema per il cinema.
Una storia fatta di divisioni temporali, stilistiche e spesso opposte, a partire dalla lotta che vedrà protagonisti, per caso e fra numerosi colpi di scena, quattro nordisti e altrettanti sudisti con non pochi doppi fini.
Ma la forza di questa pellicola (e mai termine fu più appropriato) si trova in altri aspetti.
Difatti, la scelta di non girare The Hateful Eight in digitale, bensì in 70MM, non risulta essere vincente solo per l’effetto nostalgia che essa può provocare. Realizzare un film con questo costoso e efficace formato permette all’autore non tanto di vincere con le lente riprese dei paesaggi innevati che accompagneranno le prime sequenze della pellicola, quanto di conquistare il pubblico rendendolo regista della storia.
In che modo? Attraverso grandi inquadrature, giochi focali e luci mai casuali (rischiando anche di non esser così naturali come ci si potrebbe aspettare, bensì sceniche, quasi teatrali) uniti alla suddivisione in capitoli della storia, che aiuteranno lo spettatore a calarsi nell’ambiente e nella condizione di prigionia che i personaggi del film dovranno sopportare per tutta la durata della pellicola, scegliendo soli cosa guardare o cosa ignorare sullo schermo.
Inoltre non è casuale il passaggio dal primo al secondo tempo, che non coincide solo con il passaggio dal giorno alla notte bensì anche dall’attesa all’arrivo della tempesta che ha costretto otto perfetti sconosciuti a condividere fra sospetti, inganni e pistole la stessa locanda per una notte intera. Ma coincide anche con la trasformazione della prima parte del film, prettamente descrittiva e d’introduzione, che con estrema calma ci presenta al meglio ogni singolo protagonista, alla seconda e attesa forse più attesa, ricca d’azione, che una volta iniziata continuerà con un crescendo che non terminerà senza sangue e lotta.
Complici della riuscita di The Hateful Eight, poi, un grandioso manipolo di attori, più che professionisti, in grado di calarsi e trasformarsi in modo consono e credibile nei personaggi inventati dall’autore, spesso più finti di quanto non sembri.
Fra tutti spicca in modo quasi prevedibile Samuel L. Jackson, Kurt Russell e Tim Roth, e in modo sorprendente, forse, l’unica donna del cast, Jennifer Jason Leigh, che riesce a tenere testa e conquistare con il suo sguardo magnetico e la sua tenacia il pubblico.
Al tutto, la spinta decisiva viene data dalla meravigliosa colonna sonora scritta dal maestro Ennio Morricone, una sorta di narratore, di nono protagonista. Giocando su alti e bassi, fra fagotti, archi e piatti, risulterà originale e indimenticabile mostrandoci ancora una volta l’indescrivibile talento del nostro compositore.
https://www.youtube.com/watch?v=5nGNhdCPmqI
The Hateful Eight non porta con sè il solo ritorno di Quentin Tarantino, con un formidabile cast, bensì la voglia di fare cinema per intrattenere, nella sua forma più pura e storicamente amata, spinto dalla sola voglia di colpire il pubblico, farlo pensare, ragionare, incuriosire e stupire. Sarebbe da folli perdersi una simile occasione in sala.