Due nuovi corti Pixar molto coraggiosi sono arrivati oggi su Disney+: si tratta di Loop e Out, le ultime uscite della serie Pixar Sparkshorts. Il programma di cortometraggi sperimentali forse non convince appieno sul versante della sperimentazione tecnica (soprattutto se paragonato alla grandissima varietà dimostrata dal “cugino” CortoCircuito), ma senza dubbio ha dimostrato l’intenzione degli studi di focalizzarsi su tematiche mai trattate prima d’ora nelle opere Pixar. Loop e Out introducono infatti rispettivamente una protagonista autistica non verbale e una coppia gay che fatica a fare coming out con i genitori.
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Queste le descrizioni dei due corti Pixar:
Loop: Due adolescenti in un campeggio per canoisti si ritrovano bloccati alla deriva su un lago, finché non trovano un modo nuovo di comunicare, sforzandosi di guardare il mondo con gli occhi dell’altro.
Out: Nella vita di Greg trovano normalmente posto la famiglia, l’amore e un piccolo cane molto vivace. Ma il giovane nasconde un segreto e oggi, con l’aiuto del furbo cagnolino e di un pizzico di magia, Greg potrebbe scoprire di non avere, in realtà, nulla da nascondere.
I nuovi corti Pixar SparkShorts
Loop
La regista Erica Milsom, che fa parte del settore interno documentari dei Pixar Animation Studios, cita come ispirazione per il corto Loop la sua esperienza come insegnante in una classe di recitazione per le persone con disabilità. “[…] era un ambiente molto neuro-diverse, dove gli artisti potevano comunicare in numerosi modi diversi, a volte utilizzando le parole, a volte no. Durante la mia permanenza lì ho stretto dei bei legami, ma ho anche avuto momenti di imbarazzo in cui non sapevo bene come trovare una connessione con la persona che avevo accanto. Con il tempo riuscivamo sempre a trovare un modo, spesso non utilizzando le parole, ma non era immediato e richiedeva sforzo da entrambe le parti. Come storyteller, sono rimasta colpita da quanto quei momenti di insicurezza fossero forti dal punto di vista emozionale: si instaura un viaggio ogni volta che creiamo la più piccola connessione con gli altri”.
Per sviluppare il corto, l’autrice ha avuto il sostegno di esperti e partner creativi autistici, nonché degli stessi colleghi della Pixar. Milsom ha infatti scoperto che molti artisti dello studio hanno figli che si esprimono in maniera nonverbale, e dalla loro esperienza è nata una rappresentazione più genuina del personaggio di Renee.
Tra le sfide più grandi, oltre a confrontarsi con un mondo che non vive in prima persona, la regista cita l’importanza data ai gesti e alle espressioni della protagonista per trasmettere il suo stato d’animo, nonché la cura delle inquadrature e dei suoni che permettono allo spettatore di percepire ansia, paura, gioia e altre emozioni. “Per Renee, il nostro personaggio non verbale, abbiamo cercato una bravissima doppiatrice autistica che non usa molte parole per comunicare, ma che era disponibile a lavorare con noi per creare insieme una performance. E poi le abbiamo lasciato spazio per l’improvvisazione, oltre a darle delle indicazioni”. Potete scoprire di più sul making of e il doppiaggio di Loop nella featurette qui sopra.
Out
Per il momento non esistono ancora dichiarazioni del regista sul corto Pixar SparkShorts Out, ma decisamente non vediamo l’ora di saperne di più su questo dolcissimo quadretto familiare che introduce la prima coppia gay protagonista per la casa di Luxo. Di timidi tentativi nei lungometraggi ce ne sono stati, ma si trattava di mere comparse, come i genitori arcobaleno nell’asilo di Toy Story 4 o più recentemente la poliziotta di Onward.
In Out abbiamo invece Greg e il fidanzato Miguel, che stanno per trasferirsi insieme in città. I problemi nascono però quando i genitori di Greg arrivano a casa per aiutarlo col trasloco: l’uomo, infatti, non ha ancora rivelato il suo orientamento sessuale alla famiglia e ha paura della loro reazione al punto da allontanare il compagno. Ad aiutarlo sarà il cagnolino Jim (con un tocco magico da parte di due “fate madrine” speciali). Mentre cerca di nascondere tutte le prove che indicano la sua omosessualità dagli occhi della madre, Greg impara che forse, tutto sommato, non c’è proprio nulla da nascondere.
Fonte: Animation Magazine