Articolo a cura di Giulio Falla
Il mondo impazzisce per We don’t talk about Bruno (Non si nomina Bruno): il brano tratto dalla colonna sonora del sessantesimo film animato Disney Encanto ha raggiunto il primo posto della Billboard Hot 100, andando a eguagliare lo storico risultato di A whole new world (Il mondo è mio) di Aladdin e battendo addirittura Let It Go da Frozen.
Ma come mai questo grande successo? Scopriamo di più su questo incredibile momento di animazione e musica che sta facendo cantare il mondo intero. Ecco le dieci cose che non hai notato in Non si nomina Bruno.
La varietà negli stili
Come in tutti i film con le famiglie protagoniste, anche Encanto ha il suo momento in cui le generazioni si mostrano e si raccontano. In Non si nomina Bruno non solo abbiamo la possibilità di ascoltare le voci dei protagonisti secondari di ogni età, ma troviamo anche un insieme di generi musicali che racconta quasi un secolo di musica colombiana: dal montuno (genere padre della salsa e, guarda caso, riferimento principale per la linea di basso che fa da spina dorsale al brano), alla salsa romantica (Pepa e Felix), la trap di nuova generazione (Dolores), il latin rock (Camilo), fino alla musica folclorica tradicional (Abuela).
La canzone…non parla di Bruno!
Piuttosto racconta i traumi inter-generazionali che affliggono i nostri protagonisti e di cui viene ingiustamente incolpato lo zio profeta. Nella prima strofa, per esempio, viene accusato Bruno per aver predetto la tempesta al matrimonio di Pepa e Felix, anche se il potere di Pepa è proprio quello di controllare il tempo metereologico. La strofa, di fatto, racconta le difficoltà che la coppia affronta nel gestire le loro emozioni e nevrosi, quindi il potere stesso, regolato dalle emozioni di lei (“e un ciclone scoppiò in me”). Anche Dolores, nella sua strofa trap sottovoce, ci catapulta nel suo mondo: dove lei ascolta tutti, ma nessuno sembra voler ascoltare la sua opinione, con una strofa appena sussurrata e troppo veloce per essere totalmente compresa.
Dolores ha sempre saputo di Bruno
A rispondere alla domanda “ma come fa una col super udito a non sentire un goffo zio che si muove tra i muri bofonchiando con la sua banda di topi?” ci pensa Dolores stessa, quando parla della profezia che le fece lo zio, in quell’ultima frase cantata in solo, prima di essere sovrastata da Isabela: “lo sento ancora lo sai, come fosse qui”.
Il colore verde
Il verde è associato alla crescita, all’armonia e ai nuovi inizi, e durante il brano lo vediamo ovunque. Anche Bruno e Mirabel vestono entrambi il verde perché insieme sono la chiave e la serratura che porterà la famiglia Madrigal nella loro nuova vita, fatta di crescita personale, di armonia tra generazioni e un nuovo inizio.
Il ritornello non esiste
In questo momento probabilmente lo state canticchiando ma, no, il ritornello non è “Non si nomina Bruno”. Anzi, di fatto, un ritornello in questo brano non esiste. Esiste piuttosto una cellula che fa da legante tra una strofa e un’altra. Tipico di Broadway e marchio di fabbrica di Lin-Manuel Miranda (un altro esempio? La sua Don’t stop in Hamilton).
È il brano Disney con il maggior numero di protagonisti coinvolti
Ben sette su dodici, da cui si escludono: Luisa, che ha già il suo brano (Surface pressure / La pressione sale), i genitori di Mirabel, Julieta e Agustin, il piccolo Antonio e, beh, Bruno! Cercando negli archivi Disney, probabilmente, l’unico che può far concorrenza per numero di presenze a Non si nomina Bruno è Ehi-Ho!, direttamente da Biancaneve e i Sette Nani del 1937. Tuttavia, ammesso che si vogliano considerare i Nani come sette effettivi protagonisti e non come ensamble, Ehi-Ho! resta un brano tendenzialmente corale, lontanissimo dallo stile “solo verse” broadwayano di Encanto.
Puoi cantare le varie strofe sovrapponendole in qualsiasi momento del brano
E la riprova è il momento d’insieme finale con tutti i nostri protagonisti che cantano la loro strofa contemporaneamente. È un effetto molto caro a Broadway, che ha reso celebri pezzi d’insieme in Les Miserables e West Side Story, e gioco molto ricercato e trovato sempre con successo da Lin-Manuel Miranda, come in Non stop (Hamilton), e 96,000 (In the Heights). L’incastro perfetto delle strofe cantate dai nostri protagonisti è basato, soprattutto, sul fatto che ognuna è realizzata sulla stessa progressione di accordi.
Le melodie raccontano perfettamente i personaggi
La melodia che canta Pepa, per esempio, va su e giù, esattamente come il suo umore, con Felix che le fa da coro, ripetendo il finale di ogni verso, per sostenerla; quella di Dolores è molto più vicina al rap che al cantato melodico, perché ha talmente tante cose da dire (con tutte le informazioni di cui è a conoscenza) che cantare le farebbe perdere troppo tempo; la melodia di Camilo è multiforme, esattamente come lui, passando dal graffiato al pulito, tra un semitono e un altro; il cantato di Isabela, invece, è un’anticipazione del suo brano solista “What else can I do / Cos’altro farò?”. Isabela è l’unica di tutta la famiglia Madrigal che riceve una buona notizia dal povero Bruno, ecco perché è l’unica in tutto il brano a cantare una strofa in tonalità maggiore, nello specifico in Re# che rientra a pieno nel Do minore come relativa maggiore.
Il brano è parte della storia
Nello svolgimento della canzone, vediamo Mirabel parlare con diversi personaggi e ricevere informazioni funzionali al proseguimento della storia. Siamo insieme a lei a inizio brano senza sapere chi sia Bruno, e alla fine avremo la testa piena di idee, di pettegolezzi, di racconti e una missione: bisogna trovare Bruno. Il brano ci lega empaticamente alla nostra beniamina e ci catapulta ancora di più dentro la narrazione a tal punto che senza Non si nomina Bruno, l’intera storia di Encanto non potrebbe andare avanti e noi saremmo infinitamente meno coinvolti.
Bruno È la porta
Se prendiamo la sequenza “Non si nomina / Bru-no-no-no-no” abbiamo nella prima parte Sol# (“non si nomina”) e nella seconda Sol (“Bru-no-no-no-no”). Ogni segmento della seconda parte va a costruire un Sol7 perfetto con: Bru (Re), no (Si), no (Sol), no (Fa), no (Sol). Ora, se prendiamo in considerazione la tonalità del brano (Dom), il Sol è l’accordo che ci riporta naturalmente al Do minore, la “porta” per tornare alla tonica, per tornare “a casa”. E se Bruno è il Sol, c’è un solo modo per salvare il Miracolo e tornare a Casita: parlare di Bruno!
Il brano sicuramente si è già aggiudicato la top ten dei brani Disney più amati di tutti i tempi per questa e le prossime generazioni.
E voi che ne pensate? Vi sono bastate queste dieci curiosità per farvi passare al team Encanto o pensate che Frozen si meriti comunque di più? Qual è la vostra strofa preferita (e perché proprio quella di Camilo)?