Come molti giovani di oggi al momento di passaggio tra scuola superiore e università, John Nevarez ha scelto un percorso relativamente “sicuro” con l’obiettivo di trovare lavoro in fretta. E come molti giovani, a metà strada si è accorto di non essere soddisfatto e di avere in realtà un sogno diverso. Nel suo caso, l’animazione.
Non senza difficoltà, ha iniziato a seguire dei corsi serali per diventare un artista, fino a lasciare completamente i suoi studi in matematica per dedicarsi all’arte. Dopo numerosi tentativi è finalmente approdato alla Disney, prima nella divisione televisiva per occuparsi di Pepper Ann e Kim Possible, e in seguito ai DisneyToon Studios, dove ha lavorato ai film di Trilli e ad alcuni sequel come Le Follie di Kronk e Koda Fratello Orso 2.
Da lì, il passo successivo è stato breve: dopo qualche anno è stato ammesso come story artist ai Pixar Animation Studios, dove è rimasto fino al 2014.
L’occasione per incontrare (ahimè solo “virtualmente”) il simpatico e talentuoso John Nevarez ci è stata offerta da Laura Farina, docente di Arte del fumetto, Elementi di morfologia, Dinamiche della forma e Disegno presso l’Accademia delle Belle Arti di Perugia. L’incontro, svoltosi il 16 gennaio, è stato il primo di una serie, con l’obiettivo di portare a Perugia (fisicamente o in videochat) animatori e fumettisti del panorama italiano e internazionale. Gli eventi sono rivolti principalmente agli studenti del corso, ma sono aperti a chiunque si interessi di animazione.
Dopo aver illustrato brevemente la sua carriera e i suoi primi 14 anni trascorsi nel mondo dell’animazione, Nevarez ha tenuto una vera e propria lezione per tutti gli studenti presenti in sala, mostrando alcuni lavori suoi e di artisti a cui si ispira (Ralph McQuarrie, Chris Sanders, Thorn Enriquez, Andy Gaskill, Ken Anderson e altri ancora).
Essendo l’autore uno storyboard artist, i temi principali della lezione sono stati la composizione e la luce. “Quando guardi un film o un disegno” – ha spiegato Nevarez – “chiediti prima di tutto: come l’hanno fatto? Qual è l’obiettivo che si vuole raggiungere? Cosa vuole trasmettere? È efficace? Comunica qualcosa? Perché? Un frame o uno storyboard si focalizzano su un elemento importante. Il lavoro di noi disegnatori è creare la composizione in modo che gli occhi dello spettatore siano immediatamente attratti da quell’elemento. Tutto nel disegno deve essere disposto affinché i suoi occhi siano portati esattamente in quel punto.”
Particolarmente interessanti per noi “imperiali” sono stati dei deliziosi concept art di una scena eliminata di Cars 2 che Nevarez aveva completato, ma che in ultimo è stata tagliata dalla pellicola. Si tratta di una scena di corsa ambientata in Germania, nella Foresta Nera. L’artista ha mostrato tutto il processo di ricerca che c’è alle spalle di un film come Cars, compreso lo studio dal vivo degli ambienti e delle auto e il processo di “cars-izzazione” (“car-ifying”) che permette agli animatori Pixar di trasformare il nostro mondo in quello di Saetta e Cricchetto.
Infine c’è stato spazio anche per le domande dal pubblico, di cui riportiamo le più interessanti.
Come sei arrivato a lavorare alla Pixar?
È sempre stato il mio sogno lavorare lì. Inizialmente ho fatto un primo colloquio per diventare storyboard artist, ma non sono stato ammesso. La seconda volta ho provato per storyboard designer e sono stato fortunato: si ricordavano di me! Evidentemente avevo fatto una buona impressione nel colloquio precedente, perché mi hanno preso.
Se ogni artista lavora a una minuscola parte del film, come si riesce ad amalgamare il tutto?
Ognuno ha una parte di lavoro, ma c’è molto dialogo all’interno del team. Gli animatori interagiscono costantemente con gli story artist. Il segreto è la comunicazione e ovviamente la fiducia nella qualità del lavoro degli altri.
Quante ore di lavoro ci sono alla settimana?
Io lavoro 8 ore al giorno, 5 giorni alla settimana. Adesso sono un freelance e ricevo il lavoro direttamente a casa per diversi studi che me lo commissionano. Questo mi permette di concentrarmi sui miei progetti personali.
Quali difficoltà si incontrano in questo mestiere?
Ce ne sono molte, ma direi che la cosa più pesante sono le scadenze. A volte hai un lavoro difficile e sei obbligato a finirlo in poche ore. Bisogna imparare a gestire il tempo.
Che consiglio daresti a un giovane che sogna di fare l’animatore?
Prima di tutto devi chiederti se vuoi farlo veramente. L’animazione è un mondo molto competitivo, non è facile emergere. Metti sempre il cuore in ciò che fai e non smettere mai di essere curioso. Osserva tutto ciò che ti circonda e disegna sempre, non appena sei ispirato. Studia anche i lavori dei grandi animatori (io lo faccio anche ora) e chiediti sempre come puoi migliorare. Se poi vuoi fare un lavoro come il mio, è importante pensare sempre a una possibile storia mentre disegni.
A cosa stai lavorando al momento?
Ho dovuto lasciare la Pixar nel 2014 e inizialmente è stato difficile. Ho avuto un periodo di crisi in cui mi chiedevo: e adesso cosa farò? Invece ora sono soddisfatto: come ho detto, lavoro da casa e questo mi permette di concentrarmi sul mio progetto personale, di cui sono molto fiero. Sto scrivendo un libro: la storia di un gatto che gira il mondo.
Gallery di fotografie dell’incontro
L’intera videoconferenza (in inglese con traduzione in italiano) è disponibile QUI.
Segui John Nevarez:
Facebook
Blog
Tumblr
Artworks by John Nevarez
Per maggiori informazioni sui futuri incontri visitate il sito dell’Accademia delle Belle Arti.