Topolino è sempre stato un personaggio amatissimo in Italia, frutto anche del rapporto stretto che il nostro paese ha avuto con lui grazie alla pubblicazione di Topolino Magazine che va avanti da ormai quasi 70 anni.
Ma.. cosa ne pensano di questo personaggio gli autori che lo disegnano?
Ve lo diciamo noi!
Giorgio Cavazzano: Topolino è un personaggio difficile da disegnare, perché è piccolo, ha una mimica facciale molto delicata, basta poco perché diventi un altro personaggio, ma proprio per questo è così interessante. Abbiamo la certezza che Topolino continuerà ad essere interessante: il lettore si accorge della volontà di novità che il personaggio può portare, è un personaggio camaleontico, capace di passare da un mondo all’altro, è un’avventura continua.
Silvia Ziche: I personaggi che disegno per me sono quasi reali, li ho conosciuti da bambina e fanno parte di me da sempre. Per me è come dirigere degli attori. Di Topolino mi piace cogliere la parte divertente, non riesco a vederlo così serio, in fondo non è nato serio! Nelle vignette in apertura di Topolino indago la sua vita quotidiana e dei suoi amici, mi piace lavorare sui luoghi comuni: dopo 30 anni che lo disegno mi diverto ancora! Cambiano il mondo e le persone, ma il personaggio si adegua, nonostante i 90 anni non invecchia, cresce e cambia con noi!
Casty: Tutte le volte che scrivo o disegno le storie di Topolino mi emoziono. L’importante è essere innamorati del personaggio, si vive con lui l’avventura che si vorrebbe vivere nella realtà. Topolino poi vive in un ambiente “idilliaco” e mi piacciono gli elementi di disturbo che creano scompiglio in questo ambiente, dal super cattivo come Macchia Nera o il “cattivo-medio” Gambadilegno, fino al disturbatore dell’ordine quotidiano. Topolino ha sempre accanto a sé dei personaggi-spalla e questo è molto bello: sono gli amici con cui affrontare la vita e risolvere i problemi.
Corrado Mastantuono: Le mie prime storie a fumetti sono di paperi. Il mio Topolino in 25 anni di disegni Disney è cambiato molto, è lo sforzo di ogni autore: partire dall’originale e farne un’immagine propria. Negli anni ho maturato una grande responsabilità nei confronti di questo personaggio. Inoltre Topolino stesso è cambiato molto, non solo esteticamente, dai tempi dei pantaloncini corti ad oggi, ma anche come caratterizzazione psicologica. Ci sono infatti tanti Topolino: c’è la vittima delle gelosie di Minni, il quasi-spalla di Pippo pasticcione, l’investigatore… e questo dà modo agli autori che lo devono mettere in gioco di decidere quale Topolino inserire nella storia: è un attore sempre valido, che in più, non invecchia, cambiando a seconda delle esigenze… ed è sempre perfetto!
Marco Gervasio: Topolino è il Big Bang del mio universo fumettistico, sia come lettore da piccolo, che come autore da adulto. Mi diverte disegnarlo perché ha molte sfaccettature, alcune ancora da scoprire. È il Cary Grant di “Intrigo Internazionale” di Hitchcock, l’uomo (il topo) comune coinvolto in un’avventura da cui esce vincente, con simpatia e intelligenza.
Francesco Artibani: L’anniversario di Topolino è una festa a cui siamo tutti invitati, milioni di amici che hanno imparato ad amarlo nel corso di novant’anni di avventure tra fumetti e cartoni animati. Poter partecipare a questo evento scrivendo delle storie sul numero del settimanale che lo celebra è per me un’emozione davvero speciale. Scrivere per una leggenda fa sempre impressione ma per mia fortuna Topolino è soprattutto un amico d’infanzia e con gli amici di sempre è tutto più semplice.
Tito Faraci: Topolino è quello che vorrei essere io. Non è un primo della classe, non è un perfettino, non è affatto pedante… questi sono soltanto luoghi comuni sbagliati. Topolino è una “persona” positiva, che dà grande valore all’amicizia e alla solidarietà, e con tenacia e ottimismo trova sempre la strada per venire fuori da situazioni più grosse di lui.
E voi? Cosa ne pensate di Topolino?