C’è molto entusiasmo attorno a Klaus, il primo lungometraggio animato della nuova divisione Kids & Family di Netflix. A maggior ragione dopo la presentazione di oggi di Netflix ad Annecy 2019, il festival internazionale dell’animazione durante il quale tutti i grandi studi presentano le proprie novità. Con un vasto team che ha radunato tutti i migliori autori sulla piazza (nomi del calibro di Glen Keane, Guillermo del Toro, Henry Selick, Nora Twomey e molti altri), il nuovo studio di animazione di Netflix è sicuramente un catalizzatore di attenzione per chi ha a cuore il futuro dell’animazione.
Il primo film che il servizio di streaming rilascerà tramite il proprio programma Kids & Family, guidato da Melissa Cobb, è Klaus, un’opera in animazione tradizionale realizzata dai Sergio Pablos Studios, con sede in Spagna. La storia racconterà le origini della figura di Babbo Natale, ma il protagonista sarà Jesper, un giovane viziato che viene spedito dal padre in Scandinavia in un disperato tentativo di fargli mettere la testa a posto. Al ragazzo viene ordinato di creare un efficiente servizio postale nella comunità isolata in cui si trova: solo se riuscirà a farlo entro un anno potrà tornare a casa, altrimenti sarà diseredato. Cercando un modo per sfuggire a questo noioso compito, Jesper approfitta di una nuova conoscenza quando incontra Klaus, un intagliatore solitario che possiede un laboratorio di giocattoli.
Il pubblico della presentazione di Netflix ad Annecy 2019 è rimasto colpito però soprattutto dallo stile grafico e dall’animazione di Klaus, che sfoggia un bellissimo 2D come non si vedeva ormai da anni. Per Sergio Pablos non è mai esistito altro modo di raccontare questa storia, e nonostante tutti i “no” che gli sono stati rivolti dai grandi studi di cinema non ha mai accettato di realizzare il film in CGI. “Quando è stata creata la CGI io l’ho accettato di buon grado, ma non ho mai creduto che il 2D sarebbe scomparso con l’avvento della computer grafica”, ha raccontato il regista. “Ci sono diversi strumenti per raccontare la tua storia, come un pittore decide se usare i colori a olio o le tempere. Così mi sono chiesto: qual è la tecnica migliore per questa storia? E pensando a Klaus, per me era chiaro che avrebbe beneficiato di un look 2D”.
Ma lo scopo non era semplicemente quello di far ritornare in auge la tecnica o di copiare un film Disney degli anni ’90: Pablos e il suo film volevano portare l’animazione a mano un gradino più in alto. La chiave è stata l’utilizzo della luce, perfezionata dall’animatore Marcin Jakubowski attraverso un software che permette di manipolare l’illuminazione e l’atmosfera rendendole parte dello storytelling come mai prima d’ora per un film 2D. Questa attesissima pellicola sarà diffusa in esclusiva sul servizio di streaming Netflix il prossimo Natale.
Insieme a Klaus, Melissa Cobb ha poi presentato il secondo lungometraggio della sua divisione, intitolato The Willoughbys, in arrivo nella primavera 2020. Il film è tratto dall’omonimo romanzo per bambini di Lois Lowry e ha per protagonisti i quattro ragazzi della famiglia Willoughby, una famiglia che sembra essersi fermata ad anni fa e non essersi mai adattata al mondo moderno.
Quando un neonato viene abbandonato sulla porta della loro casa, il piccolo Tim Willoughby, sua sorella Jane e i gemelli Barnaby elaborano un piano per diventare orfani anche loro, liberandosi dei genitori inviandoli in una vacanza in giro per il mondo… potenzialmente letale. E del resto i genitori non si sono mai realmente occupati di loro, impegnati come sono a scambiarsi smancerie. La storia però sarà un coming-of-age: alla fine, i quattro ragazzi inizieranno a chiedersi se vogliano davvero diventare orfani o se in fondo l’amore che unisce le famiglie, anche quelle più disfunzionali, possa salvare la loro situazione.
Fonte: Variety 1 / Variety 2 / Variety 3
Foto: SPA Studios, Netflix