Suzume di Makoto Shinkai doveva essere la storia di una relazione tra ragazze? A rivelarlo è il regista giapponese stesso nel corso di un’intervista con Looper sul suo ultimo anime, che proprio in questi giorni è uscito in America e si appresta ad arrivare anche in Italia giovedì 27 aprile.
Il giornalista, avendo saputo di una possibile prima versione del film con due ragazze come protagoniste, domanda a Shinkai se fosse sua intenzione realizzare una storia omosessuale. Shinkai risponde prudentemente, parlando più in generale di un rapporto tra ragazze in termini di “sorellanza”, ma raccontando di essere stato incitato dal suo produttore a tornare sui binari della classica storia d’amore ragazzo-ragazza che il pubblico probabilmente si aspetta da lui. Il regista sembra aperto a esplorare altri tipi di storie in futuro, chissà che prima o poi non decida a farlo.
Ecco la traduzione italiana dell’intervista su Looper (N.B. = dato che il film non è ancora uscito in Italia, abbiamo omesso dalla traduzione un piccolo spoiler che potete trovare nel testo originale).
Sono colpito che tu sappia questa cosa, perché ne ho parlato soltanto nelle interviste in Giappone. All’inizio, volevo scrivere una storia sul viaggio di Suzume insieme a un’altra ragazza. Il motivo per cui mi interessava esplorare questa possibilità è che personalmente mi sono un po’ stufato di raccontare la classica storia d’amore tradizionale. Penso di aver raccontato tutto ciò che c’era da raccontare con Your Name, in termini di “ragazzo e ragazza che si incontrano” e dell’incertezza sulla nascita di una relazione. Il romanticismo è qualcosa in cui il pubblico si rivede molto, ecco perché quel film aveva una tematica che ha colpito una grande massa di persone.
E così, siccome personalmente ho usato questo tema ormai tante volte, volevo cambiare. Volevo provare con una storia romantica intesa come sorellanza, ma ho dovuto fare dietrofront perché il mio produttore mi ha detto: “Tu sarai anche stanco di queste storie romantiche, ma il tuo pubblico le adora”.
Per quanto riguarda la tematica LGBTQ, non è qualcosa che cerco o non cerco di scrivere in maniera deliberata. In questo film, Suzume come personaggio principale funziona. Ma funzionerebbe anche se lei fosse stata un ragazzo o se fosse stata non binary. Non è necessariamente importante la distinzione maschio/femmina; la storia parla di un essere umano che deve superare un ostacolo. Anche nei miei prossimi progetti voglio parlare di esseri umani in generale, non voglio trattare in modo specifico le tematiche del genere o del sesso”.