Il corto Pixar Out ha conquistato il pubblico di Disney+ e il web in generale, con la prima (e a lungo attesa) rappresentazione di una coppia omosessuale. Dopo tante piccole comparse (l’ultima nel film Onward), la Pixar ha trovato la collocazione adatta per una storia di coming out nel progetto Pixar SparkShorts, un programma sperimentale che permette a tutti gli artisti dello studio di proporre un soggetto originale per la creazione di un cortometraggio, e di ricevere i fondi per portarlo a termine. Tali corti, che includono titoli come Purl, Kitbull, Float e Loop, sono stati diffusi finora sulla piattaforma streaming Disney.
Il protagonista di Out è Greg, che sta per trasferirsi in città con il fidanzato Miguel. Mentre i due sono alle prese con il trasloco e gli scatoloni, alla porta bussano i genitori di Greg, venuti a dare una mano. Ma qui cominciano i problemi: l’uomo, infatti, non ha ancora rivelato il suo orientamento sessuale alla famiglia e ha paura della loro reazione al punto da allontanare il compagno. Ad aiutarlo sarà il cagnolino Jim (con un tocco magico da parte di due “fate madrine” speciali). Mentre cerca di nascondere tutte le prove che indicano la sua omosessualità dagli occhi della madre, Greg impara che forse, tutto sommato, non c’è proprio nulla da nascondere.
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Scopriamo qualcosa di più sul corto Pixar Out direttamente dai creatori Steven Clay Hunter (regista e sceneggiatore) e Max Sachar (produttore), che hanno parlato della genesi del progetto in una recente intervista a Entertainment Weekly
“Quello che ho capito è che siamo affamati di rappresentazione, vogliamo vedere noi stessi nelle storie, tutti noi”, ha affermato Hunter “[…] Out è basato in qualche modo sul mio coming out, e allo stesso tempo non lo ricorda affatto”. L’autore ha spiegato infatti di essere cresciuto in una piccola cittadina del Canada in cui nessun tipo di media incoraggiava l’accettazione di diversi orientamenti sessuali, e l’educazione imposta ai ragazzi era che fosse sbagliato essere altro da eterosessuale. Come tanti ragazzi gay, quindi, anche Hunter è cresciuto con la pressione di dover nascondere la propria identità da genitori e amici per paura di essere rifiutato. “Una parte di me cercava di ignorare la mia identità. Volevo metterla via e sperare che svanisse, ma non svanisce… rimane lì. E diventa sempre più forte, ti richiede attenzione”.
Proprio per questo Hunter ha pianto quando, a quasi 50 anni, si è ritrovato a disegnare la prima immagine del corto Pixar Out: un’immagine di Greg e Miguel che si abbracciano mentre guardano una vecchia foto. “Non avevo mai disegnato una cosa del genere in tutta la mia carriera alla Pixar. Non avevo mai disegnato due uomini innamorati“.
E lo studio, nelle persone di Jim Morris (il presidente della Pixar) e Pete Docter (il chief creative officer) è stato da subito un grande sostenitore del progetto. “Non c’è stata alcuna obiezione sul contenuto del corto. Hanno visto che era coerente con lo storytelling Pixar, che raccontava semplicemente una storia che faceva ridere e faceva piangere”.
Quanto al futuro, molti fan hanno chiesto un seguito del corto Pixar Out per scoprire cosa è successo poi a Greg e Miguel, ma i due autori non hanno mai immaginato di espandere il soggetto oltre il minutaggio del corto. “Questa richiesta mi dice che ha smosso qualcosa nel pubblico”, ha concluso Hunter. “Sono stanco di personaggi che potrebbero essere gay. Voglio vedere visibilità per davvero. Voglio vedere noi stessi nei film. […] Ho alcune idee che prima o poi mi piacerebbe realizzare. Tenetevi pronti, perché succederà. Non ce ne andremo. Non è che d’ora in poi tutti i film avranno personaggi queer, ma noi esistiamo e siamo parte del mondo, e così abbiamo bisogno anche noi di vederci rappresentati nelle storie che raccontiamo”.