Nell’ambito di Lucca Changes, l’edizione 2020 di Lucca Comics & Games, che quest’anno si è svolta completamente online, non sono mancati gli appuntamenti con Panini Comics e con il mondo Disney del settimanale Topolino. Insieme alle molte novità disponibili sia in fumetteria che sul nuovo sito Panini, Topolino ha regalato ai suoi lettori numerosi incontri virtuali con i propri autori. In questa occasione, abbiamo avuto la possibilità di parlare con il disegnatore Lorenzo Pastrovicchio, che nella prima giornata di Lucca Changes ha presentato insieme a Francesco Artibani il ciclo di storie ispirate a Jules Verne.
La saga a fumetti comprende per il momento le storie 19.999 leghe sotto i mari e L’isola misteriosa, pubblicate recentemente a puntate proprio su Topolino ed entrambe ispirate alle avventure dello scrittore Jules Verne.
“La scelta è ricaduta su Jules Verne perché è un autore che mi ha sempre affascinato” ha raccontato lo sceneggiatore Artibani durante la live sulla pagina Facebook ufficiale di Topolino. “Anni fa mi è capitato di lavorare a una serie animata per la televisione che riguardava le avventure del giovane Verne e gli spunti erano davvero infiniti. Quel mondo ha, oltretutto, molte affinità con lo spirito disneyano. L’idea è stata quindi di partire dal Capitano Nemo e immergere i personaggi nell’universo di Topolino. Pastrovicchio ha realizzato dei bozzetti di spirito prettamente verniano, dallo stile steampunk: da lì è stata tutta un’ebollizione di idee, spunti e proposte che ci hanno portati a confezionare questi progetti”.
Lorenzo Pastrovicchio ha poi aggiunto che ciò che lo spinge nel progetto creativo è “il dedicarmi a ciò che mi appassiona: la tecnologia in ogni sua definizione, che sia fantascientifica o steampunk come in questo caso. Ventimila leghe sotto i mari si presta benissimo, perché il Nautilus è esso stesso un personaggio”.
Di seguito potete riguardare la live per intero:
Ecco invece cosa ci ha raccontato Lorenzo Pastrovicchio, spaziando dalle storie a tema Verne fino ai prossimi progetti in cantiere.
Cominciamo dalla tua ultima collaborazione con Francesco Artibani. Come si è strutturato il processo creativo delle storie 19.999 leghe sotto i mari e L’isola misteriosa?
Lorenzo Pastrovicchio: “Tutto è cominciato come sempre dalle innumerevoli telefonate che io e Francesco ci scambiamo. Un’estate mi sono ritrovato a leggere 20.000 leghe sotto i mari e ho notato ancora una volta quanto Verne fosse preciso nei dettagli. Descrive in maniera quasi documentaristica i luoghi, i mari e persino da cosa sono popolati… Inizialmente – e parlo di anni fa – la mia idea era quella di sviluppare una storia più lunga di quella che poi abbiamo realizzato: mi piaceva l’idea di portare su Topolino un’avventura che insegnasse ai lettori un po’ di geografia. Per questo il Nautilus del nostro Nemo ha un aspetto da cetaceo, perché il Capitano era un naturalista, rispettoso del mondo che lo circonda. Successivamente feci un bozzetto di Pippo, Topolino e Paperino perché era mio grande desiderio averli in questa storia e Artibani approvò l’idea. Con l’avvento di altri progetti come la nuova saga di PK la storia è rimasta da parte ed è stata ritirata fuori soltanto oggi, con l’arrivo di Alex Bertani alla direzione. Le tavole a nostra disposizione erano solo 55, quindi abbiamo dovuto accantonare un po’ l’idea iniziale del fumetto documentaristico, ma grazie al materiale originale di base che è molto fantastico siamo ben riusciti a sviluppare la storia con i nostri personaggi”.
I racconti Verniani sono già stati di ispirazione per molti prodotti d’intrattenimento. In che modo avete rielaborato questo universo per non renderlo scontato?
Lorenzo Pastrovicchio: “È la parte più divertente! Con Artibani parliamo dei personaggi, facciamo il casting, definiamo i colpi di scena e lo sviluppo della storia che poi lui, in quanto sceneggiatore, traduce in dialoghi e gag che la rendono scorrevole e avvincente. Posso dire che lavorare con lui rende sceneggiatura e disegno un processo unico: già da PK – Potere e Potenza entrambi mettiamo mano alla storia, c’è uno scambio di idee che permette alla stesura di essere malleabile. Facciamo ricerche anche di livello storico, ad esempio per sfruttare avvenimenti contingenti al periodo ma che nel libro Verne non cita. È così che diventi inusuale, diverso: sfruttando il periodo storico, i suoi avvenimenti, il suo vestiario tipico e unendoli allo spirito originale della storia”.
Stanno arrivando anche le nuove avventure di Wizards of Mickey: com’è stato l’approccio a questi nuovi capitoli, contando anche che sono stati creati per l’America e che non passano dal filtro di Topolino Magazine?
Lorenzo Pastrovicchio: “In realtà è già da un anno circa che Wizards of Mickey non passa per Topolino. Da quando Bertani è il nuovo direttore c’è stata un po’ di riorganizzazione in questo senso: sono state scelte alcune serie nuove, mentre quelle storiche sono state slegate dal magazine, forse perché si è pensato che potessero vivere anche senza il supporto della testata, lasciando spazio così a nuove idee. I primi due speciali sono stati disegnati da altri autori con un risultato molto elaborato. Stefano Ambrosio, il curatore della serie quando ancora tutto era sotto l’occhio della Disney/Panini, ha deciso di ritornare ai vecchi fasti, ovvero un Wizards of Mickey più semplice, con meno articolazioni e meno personaggi. Si puntava anche all’estero. Ho realizzato questo Wizards of Mickey durante il periodo del primo lockdown, quindi da marzo. Man mano che la produzione e le indicazioni andavano avanti, mi sono ritrovato a gestire moltissimo lavoro in tempi stretti. Il risultato è comunque molto bello, le storie sono particolari. La serie sarà composta da cinque volumi, con due storie di circa ventidue pagine ciascuna”.
Come si sono evoluti i personaggi di Wizards of Mickey in termini di design, parlando anche di abiti e accessori?
Lorenzo Pastrovicchio: “Luca Barbieri, lo sceneggiatore di queste storie, ha un grande legame con il genere fantasy, basti solo pensare al fatto che è il curatore di Dragonero. Ha fatto un lavoro egregio, anche grazie alla supervisione di Stefano Ambrosio. Quando mi è stato proposto il progetto Wizards of Mickey mi è stato chiesto di sviluppare non solo dei costumi nuovi ma anche dei robot, proprio perché voleva inserirli nelle storie. Ho avanzato una controproposta: dei robot che avessero le facce dei nostri personaggi, prendendo ispirazione dai mecha di Yattaman. Avevo anche iniziato una rivoluzione nei costumi, volevo fare cose molto fantasy – a Topolino avevo messo una zucca in testa -, ma poi mi è stato detto di rimanere più sul classico, utilizzando i costumi che i personaggi indossavano durante l’ultima serie che abbiamo creato insieme. Ho quindi ripescato quelle idee, cambiando qualche dettaglio, mentre per le copertine li ho abbelliti un po’ di più, anche per andare incontro alla precisione richiesta da Andrea Freccero. Inoltre, l’idea è di creare delle copertine componibili in modo da avere un poster a progetto finito”.
E per quanto riguarda invece i tuoi progetti futuri?
Lorenzo Pastrovicchio: “Sicuramente ci sarà una terza avventura del Capitano Nemo, perché io e Artibani abbiamo già sviluppato alcune idee. Forse verranno sfiorati altri libri come Viaggio al centro della Terra o Dalla Terra alla Luna. La nostra idea è quella di creare un mondo intorno a Nemo e ai suoi compagni, realizzando avventure nuove che mantengano lo spirito originale. Per quel che riguarda altri progetti, posso dire che ritornerò su una serie tanto amata…”
Foto: Topolino Magazine