Nel corso del loro ultimo podcast, i fratelli Tom e Tony Bancroft, entrambi storici (ex) animatori Disney, hanno discusso insieme al collega Nik Ranieri la scomparsa dell’animazione tradizionale, esplorando le cause, ricordando le loro esperienze in Disney e provando a immaginare un futuro per questa tecnica che sembra ormai destinata a sparire del tutto.
I tre protagonisti del podcast vantano curricula di tutto rispetto all’interno del panorama dell’animazione.
Tom Bancroft, arrivato allo studio Disney durante la produzione di La Bella e la Bestia, è la matita che ha creato uno tra i personaggi più amati di sempre: il drago Mushu nel film Mulan.
Suo fratello Tony ha contribuito a dare vita a numerose spalle comiche Disney, tra cui Iago, Tockins, Kronk e Pumbaa. È inoltre co-regista di Mulan.
Nik Ranieri, infine, è tra i tre speaker quello che è rimasto più a lungo alla Disney. Difatti, l’artista si è visto costretto a lasciare lo studio appena due anni fa, quando la dirigenza ha operato un ridimensionamento del personale allontanando in particolare gli ultimi animatori 2D rimasti. Tra i lavori di Ranieri troviamo Roger Rabbit, Lumière, Ade, Kuzco, Lewis e Charlotte La Bouff.
Abbiamo trascritto e tradotto alcune delle riflessioni più interessanti emerse dal dibattito dei tre artisti, suddividendole per tematiche. A fine articolo è inoltre presente il link per ascoltare l’intera registrazione, in lingua inglese.
Per chi volesse approfondire ulteriormente con altri nostri spunti di riflessione sulla questione animazione tradizionale, consigliamo questo articolo di opinione e la nostra intervista a James Lopez, regista del film in 2D Hullabaloo.
Sulle cause della “morte del 2D”
Nick Ranieri: “I dirigenti Disney non avevano paura della CGI, erano più preoccupati per i loro film in produzione. Ad esempio, Tarzan… avevano delle linee guida appese ai muri con scritto tipo “come fare un film di successo”, “far cantare il protagonista”… Erano irritati dal fatto che questi film non riuscivano a ripetere il risultato del Re Leone. Erano fissati con quello. E poi quando sono usciti Shrek e Monsters & Co., in quel momento hanno pensato: “ehi, fermi tutti!”. Ma all’inizio sembrava che Pixar e Disney potessero convivere in armonia ognuno facendo il proprio lavoro.”
Tony Bancroft: “È stato un insieme di cause, è stata la tempesta perfetta a causare la morte del 2D. Quando Il Re Leone è uscito, ha infranto tutti i record e poi i film successivi sono andati meno bene. Dopo il Re Leone, i dirigenti dell’azienda sono entrati direttamente nella produzione dei film, ed erano convinti di non poter fare nulla di rischioso ma di dover puntare su quella formula già conosciuta. Questo ha fatto sì che i nostri film peggiorassero sempre di più, perché non erano più originali. Era molto difficile sviluppare un film in autonomia. Per esempio, io ho diretto Mulan e non volevo che ci fossero canzoni, ma mi imposero di renderlo un musical perché “noi facciamo i musical”.”
Tom Bancroft: “Se c’è un film che ha ucciso il 2D, è stato Shrek. Shrek ha ucciso il 2D alla DreamWorks, ma visto che la Disney e la DreamWorks sono sempre state in competizione tra di loro, la cosa ha influenzato anche la Disney. Quando i dirigenti hanno visto che Shrek stava incassando così tanto, si sono convinti di essere rimasti indietro e che era il momento di passare alla nuova tecnica.”
Sulla situazione attuale in Disney
Nik Ranieri: “Ogni volta che facevamo dei meeting chiedevo sempre: “E il 2D?”. John Lasseter e Ed Catmull si guardavano e continuavano a ripetere: “Ci serve una buona storia, ci serve la storia giusta”. Una volta gli ho risposto: “ragazzi, a voi non serve una buona storia, vi serve una storia mediocre che durante la lavorazione diventi talmente bella che non ve la sentirete più di tornare indietro e farla in 3D.”
Tom Bancroft: “Diventò un po’ la loro scusa per non ammettere che il 2D era morto. Nella maggior parte dei progetti, non dicevano fin da subito quale tecnica sarebbe stata usata. A volte passavano sei mesi di produzione e poi casualmente dicevano “ah, comunque dovete farlo in CGI.”. Si giustificavano dicendo, ad esempio, che c’era una scena d’azione difficile e quindi bisognava farlo in CGI.”
Nik Ranieri: “Per quanto vogliamo pensare che alla Disney importi dell’arte, è comunque un’azienda. Hanno visto i risultati dei film in CGI e hanno voluto fare anche loro la stessa cosa. Penso che la percezione che ha il pubblico è che l’animazione si sia evoluta dal 2D alla CGI, che il nuovo è meglio del vecchio, e che adesso non ci accontenteremo di niente di meno, perché questa tecnica è nuova ed è cool. E quindi ogni studio, anche se progetta di fare film in 2D, si assicura che siano film che possano fallire. Come è accaduto per Winnie the Pooh nel 2011.”
Sul futuro del 2D a Hollywood
Nik Ranieri: “Ci vorrà un visionario, una persona di cui Hollywood si fida, come Glen Keane o Brad Bird. Se avessimo il progetto giusto, la gente lo accetterebbe. Non penso che si possa tornare allo stesso identico vecchio stile, ma si può guardare oltre e provare a creare qualcosa di nuovo e diverso. Non credo che la Disney sia interessata ad aprire la strada. Penso che se qualcuno creasse un film in 2D molto popolare, la Disney farebbe una di queste due cose: copiarlo oppure comprarlo. Ma essere i primi a riprovarci… non credo.”
Tom Bancroft: “Siamo onesti: non penso che il 2D sia il loro stile, ora. Non hanno più nemmeno l’attrezzatura o le persone che sanno come farlo.”
Nik Ranieri: “Beh, ci sono ancora degli animatori. Stanno ancora facendo finta di avere un reparto 2D.”
Tony Bancroft: “Ma sono tipo… cinque persone, no?”
Nik Ranieri: “Sì, esatto.”
Tony Bancroft: “E cosa fanno? Test a matita per personaggi che alla fine saranno in CGI.”
Nick Ranieri: “Oppure video promozionali, pubblicità. Mi ricordo di un video su YouTube dove c’era Dale Baer che disegnava il cagnolino Winston del cortometraggio Premio Oscar Feast e il regista parlava della difficoltà di trasferire quel tratto in CGI. Tutto quello che riuscivo a pensare era: “ma ce l’hai già lì su carta!”.
Tony Bancroft: “Ci sono un sacco di film Disney che sarebbero stati bellissimi in 2D. Di recente ho visto il trailer di Zootopia e… in 2D sarebbe stato stupendo! I disegni sono fantastici, e loro cercano di ricatturare quell’effetto creandolo con la CGI, impiegandoci un sacco di tempo e fatica senza rendersi conto che… è già là, sulla carta.”
Nick Ranieri: “È vero, ma devi pensare come pensa uno studio: dobbiamo rifarlo in CGI, così venderà di più. Gli studi ti dicono: ti daremo i soldi per questo progetto, se accetti di farlo in CGI.”
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