La notizia è arrivata qualche giorno fa come un fulmine a ciel sereno: in accordo con le nuove politiche aziendali orientate maggiormente all’e-commerce, Disney Store ha deciso per la chiusura di tutti i negozi sul territorio italiano. La crisi legata alla pandemia colpisce ancora, portando i grandi colossi ad accelerare processi che del resto erano già in corso (è successo anche con la distribuzione di film e serie Tv, che nei prossimi anni prevede un focus sempre maggiore sulla piattaforma Disney+, pur non abbandonando le sale cinematografiche). Ecco dunque un riassunto di cosa sappiamo finora sulla chiusura dei Disney Store in Italia.
La chiusura dei Disney Store in Italia
A dare la notizia della chiusura dei Disney Store in Italia sono state le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, in seguito riprese dai principali quotidiani e dalle testate italiane. La decisione riguarderebbe tutti i negozi sul territorio e andrebbe a colpire più di 230 dipendenti occupati nei circa 15 punti di vendita, che secondo i sindacati “sono ora con il fiato sospeso per l’inaspettata notizia, che peraltro è arrivata a cose fatte, con la messa in liquidazione della società avvenuta il 19 maggio scorso”.
Le motivazioni
Per quanto riguarda le motivazioni, è sufficiente tornare indietro di qualche mese: la decisione, infatti, non riguarda soltanto il mercato italiano, bensì è una strategia aziendale che comporterà il passaggio a un modello di business incentrato sull’e-commerce. Questo era stato evidenziato già a marzo, quando le fonti riportarono l’imminente chiusura di 60 Disney Store nel Nord America, motivata dai “cambiamenti nelle abitudini di acquisto” (accelerati a loro volta dalla pandemia, che ci ha portato a spostarci pesantemente sullo shopping online) e dal desiderio di una maggiore interazione tra le diverse esperienze virtuali Disney, quali l’app per lo shopping, l’app dei Disney Parks e i social media ufficiali.
Da allora sono arrivate altre segnalazioni di ipotesi di chiusura, per esempio in Francia (secondo le fonti resterà aperta soltanto la boutique sugli Champs Élysée) e in Canada, dove dovrebbero chiudere tutti i 18 negozi entro la fine dell’estate. Secondo le prime informazioni, le chiusure non riguarderanno gli Store nei Parchi Disney, i corner ospitati da terze parti come Target in America e (per il momento, almeno) i negozi del mercato asiatico.
Sempre a marzo, l’azienda ha dichiarato che a seguito della chiusura dei Disney Store verranno migliorati i servizi offerti da shopDisney online, aumentando la varietà dei prodotti soprattutto per quanto riguarda l’offerta per adulti, con abbigliamento, oggetti per la casa e oggetti da collezione.
Le dichiarazioni dei sindacati
Questo ciò che possiamo leggere nell’ultimo comunicato pubblicato dai sindacati:
L’Assise ha deciso anche l’attivazione dello stato di agitazione e la proclamazione di 4 ore di sciopero a livello territoriali da organizzare con sit in di protesta davanti ai punti vendita ed ulteriori 4 ore di sciopero da organizzare a livello nazionale.
I 233 lavoratori di Disney Store Italia non si arrendono alla dismissione dei negozi e chiedono soluzioni volte a preservare i livelli occupazionali.
Una situazione certamente non facile, tenuto conto della dismissione dell’intero perimetro di vendita a fronte di un investimento aziendale orientato tutto sul canale e-commerce.
Si attende ora la ricezione della procedura di licenziamento collettivo paventata dalla direzione societaria che, oltre a chiarire i dettagli della presenza in Italia, aprirà la fase di confronto sindacale prevista dalla normativa italiana.
I sindacati tenteranno di percorrere la strada della cessione delle licenze, di definire un accordo sull’incentivo all’esodo volontario e di attivare percorsi di politiche attive volte alla ricollocazione dei lavoratori.
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