Con un accordo che il CEO Bob Iger ha definito “un momento storico straordinario”, dal 20 marzo è ormai ufficiale: Disney acquista 21st Century Fox, azione per un valore di 71 miliardi di dollari, che trasforma l’azienda in un conglomerato tra i più potenti del mondo.
Con l’acquisto, Disney ha a disposizione ora un ampio catalogo di franchise e di proprietà intellettuali che saranno sfruttate specialmente per il lancio nel mondo dello streaming (definito da Iger la priorità numero uno), sia con l’arrivo a fine anno della piattaforma Disney +, sia grazie al fatto che Disney e Fox insieme possiedono il 60% del servizio Hulu. Tra gli universi su cui potrà contare d’ora in poi la casa del Topo ci sono infatti Avatar, Deadpool, gli X-Men, i Fantastici Quattro, Il Pianeta delle Scimmie e serie tv come Modern Family e This is Us.
Disney acquista 21st Century Fox: e l’animazione?
Ma cosa accadrà invece al settore family e animazione? L’acquisto di 21st Century Fox da parte della Disney comprende anche tutta la sezione Fox Family, con gli studi che fanno capo a Fox Animation. In particolare sono entrati nella famiglia Disney i Blue Sky Studios e i loro franchise, come L’Era Glaciale, Rio e I Peanuts. Per il momento, tuttavia, il futuro di questo studio è ancora nel limbo: non è stato chiarito come avverrà la gestione, se i Blue Sky Studios continueranno a lavorare così come sono adesso (diventando quindi il terzo grande studio di animazione Disney), oppure se verranno assorbiti dai Walt Disney Animation Studios e dai Pixar Animation Studios.
Sul versante delle serie tv animate invece le acque sembrano più calme: I Simpson e I Griffin sono stati rinnovati per nuove stagioni, e senza dubbio la Disney avrà piani per sfruttare questi due franchise specialmente nello streaming. Un’altra opzione è l’universo dei parchi: ci sarà in futuro la possibilità di vedere Homer e famiglia a Disneyland accanto alle principesse?
Quel che è certo è che la fusione tra le due aziende sarà pagata a caro prezzo almeno da una parte dei lavoratori: si prevedono infatti numerosi licenziamenti nei mesi e negli anni a venire.