Studio fondato nel 1986 da Ed Catmull, Steve Jobs e Alvy Ray Smith. Dal 2006 fa parte del gruppo Walt Disney Company. Alla Pixar e in particolare alle figure di Catmull e di John Lasseter si deve il primo film in computer grafica della storia, Toy Story. Ancora oggi producono unicamente film animati in CGI.
Non si fermano i licenziamenti in casa Pixar.
L’anno scorso, lo studio di Emeryville ha dovuto dire addio a 75 dipendenti per sottostare ai tagli voluti dal CEO Bob Iger con l’obiettivo di far rientrare 5.5 miliardi di dollari in costi. La decisione ha portato alla perdita di un totale di 7000 posti di lavoro, principalmente nei settori cinema e televisione. Tra i creativi che sono stati allontanati dai Pixar Animation Studios anche due figure chiave del film del 2022 Lightyear, che purtroppo si è rivelato un insuccesso al box office. Si tratta del regista Angus MacLane e della produttrice Galyn Susman, entrambi presenti allo studio fin dai tempi di Toy Story (1995).
E purtroppo, come confermano molte fonti tra cui Techcrunch, Reuters e Variety , i licenziamenti non sono finiti qua. Entro il 2024 sarà infatti allontanato il 20% della forza lavoro dello studio, lasciando Pixar con meno di 1000 dipendenti (a fronte dei 1200 che aveva due anni fa). Il numero esatto delle persone che perderanno il lavoro non è stato confermato; in effetti altre fonti come Cartoon Brew sostengono che non si arriverà al 20% e che i dipendenti resteranno sopra 1000. I tagli sono stati operati soprattutto nel settore Disney+; per quanto riguarda lo studio d’animazione, conferma la fonte, si trattava di licenziamenti previsti già dallo scorso anno, ma che saranno portati a termine nel 2024 per permettere agli artisti di concludere i film e le serie Tv attualmente in produzione.
Essi includono Inside Out 2, in uscita questa estate; Elio, in arrivo a marzo 2025 e due lungometraggi Pixar in arrivo nel 2026, oltre alla serie Win or Lose per Disney+.
I licenziamenti dello scorso anno hanno toccato il 3,6% dei dipendenti dell’azienda e si sono concentrati soprattutto nel settore cinema e Tv, con una forte enfasi su Disney+, che al momento sta lavorando ancora in perdita. Iger, tornato al potere dopo l’addio di Bob Chapek, ha anche smantellato alcune delle strutture e delle divisioni volute proprio da Chapek, e questi movimenti interni hanno portato purtroppo alla perdita di ulteriori posti di lavoro. L’unico settore che non ha subito tagli significativi è stato quello dei parchi a tema.